La gente va
verso la chiesa,
veloce,
per la stradina
schiarita da stelle
Bambini gioiosi e infreddoliti in cerca di tepore
tra le braccia dei genitori.
In un angolo , verso est dell’altare
una testina bionda accenna
piccoli movimenti schiudendo gli occhi
mostrando un minuscolo sorriso,
quella visione mi fa tremare…
mille pensieri affiorano confusi
riesco solo a sussurrare !!!
Caro Gesù, tu che puoi leggerci dentro ,
fa che il tuono di tante bombe si plachi,
che lacrime di tante mamme
non scendano
leggi dentro di noi,
fa che ogni male finisca.
Gesù fa che ogni mio amico
non sia mai un mio nemico
Sciogli il ghiaccio dai nostri cuori
affinché tutti ci si possa prendere per mano.
E’ Natale Gesù…..
aiutaci a sognare !!!
Nel sogno ti ho preso fra le braccia Nel sogno mi hai baciato le labbra Le mani le ho toccate Nella nebbia celeste ti sei nascosta. ti ho ritrovato. Poi all’improvviso il sole La nebbia celeste svanita Sento ancor il tepore
delle tue labbra umide Guardo il letto sono solo !!!!!!
Solo le mie impronte ormai rimangono per un attimo sulla sabbia bagnata. Il verso dei gabbiani ed il chiacchierio del mare rompono il silenzio. Momento più bello non c’è In questo attimo di pace per sentirmi padrone del mondo sono solo con la mia ombra, che mi indica la strada ! ombra amica mia, compagna di viaggio che non m’abbandona . Mi ascolta , non risponde, mi ruba i movimenti . Sei stronza ombra!!! Continuo il mio cammino mentre l’acqua con il suo lieve spumeggiare accarezza le conchiglie abbandonate sulla spiaggia. E tu sempre lì , ombra impicciona. Un pallone abbandonato rotolando rincorre l’ombra, mi fermo e……. non riesco a liberami di te neanche in un deserto con addosso il desiderio di restare solo !!
scivolare nelle cesta di vimini. Pampini dal colore rosso cadere a terra formando un tappeto di foglie variopinte rubando i colori all’autunno che avanzava con il suo passo lento . Il profumo dell’uva matura faceva sognare le api che danzavano intorno nel cercare di assaporare i chicchi maturi. Il sole alto baciava gli ultimi grappoli ancora da vendemmiare……. Dalle cime dei pioppi le foglie spinte da soffi di vento caldo volteggiavano come farfalle dalle ali gialle e poi giù a far tappeto. Il tramonto innamorato ancora dell’estate colorava il cielo regalando l’ultima carezza al giorno ormai trascorso, aspettando, l’autunno che con l’ombrello in mano salutava da dietro le foglie del melograno-
Vorrei scrivere per te. Non ho più le parole. Cercherò le più allegre. Le prenderò in una giostra di bambini . Le copierò da un libro di fiabe. Vorrei scriverle per te. Vorrei trovare una frase d’amore. La più bella, la più tenera. Se mi facessi aiutare da un Angelo ? No meglio di no !!! Mi farò aiutare solo dal mio cuore. Lì troverò le parole più vere !!! Le scriverò in una pergamena colorata Le legherò con il nastro rosso Metterò un sigillo di ceralacca con stampato la parola amore.
poesia II° classificata al premio internazionale International Award For Culture 2° Biennale di Arte e Letteratura Città di Senigallia 04-09-2011
Parole scritte, lette con gli occhi del silenzio, brillano,come stelle illuminando la notte. A volte, le parole scritte, lette con gli occhi del silenzio feriscono, non hanno colore. Le parole lette con gli occhi del silenzio si perdono, si nascondono, vorresti perderle , nasconderle. Se le parole lette con gli occhi del silenzio avessero il tono dell’amore, sarebbero lucciole in una calda sera d’estate. Se le parole scritte nel cuore del silenzio avessero voce, sarebbero la vita per un grande amore. Se le parole scritte non avessero senso sarebbero, parole, perse , nel grande mare del silenzio !!!!
Gli anni mi scappano, fuggono via, svaniscono come bolle di sapone, i ricordi però , come i sentimenti più belli rimangono impressi nel cuore e nella mente di chi li ha amati. Ricordo un mese di agosto , nel silenzio un pianto , ero padre. La vita va avanti, temporali dal frastuono potente spaccano i sentimenti. Pensi alla cosa più bella , ai figli, all’amore dato , all’amore avuto, ma..... non si torna indietro. Momenti belli , vissuti, immagini di una figlia adolescente, poi diventata donna . A volte il temporale è troppo freddo , il gelo di un chicco di grandine raffredda i sentimenti. Oggi no ,non voglio, non è così un padre può sciogliere la grandine. Oggi no, voglio solo darti l’amore di padre In un caldo giorno d’agosto.
Dalla scatola dei miei ricordi una foto piena d'azzurro s'apre , ricordi di vacanze passate nelle valli immense ritornano nel presente, corse al lago blu per veder un monte rovesciato, baite con tetti di pietre scure rotondeggianti , fiori alle finestre dai colori accesi, bimbi a correre nei prati ed accarezzar la camomilla, seguir le mucche , poi salire il sentiero ed arrivare all’alpeggio di Felice, farsi trascinare dall’odore della fontina fresca posta nella grotta . Un giro poi a Pian Polenta e riposarsi un po’. La valle , bella , con i suoi picchi selvaggi. Visitare il paese senza strade, cascate d’acqua spumeggianti, veder le funivie nel loro sali - scendi , guardare verso il basso per veder la differenza nelle proporzioni. Tramonti magici , ammirar il gioco della neve sul ghiacciaio con l’ombra della montagna mentre gli scoiattoli fan festa con le pigne. Ricordo poi la sera , l’odore dei lamponi attorno . Champagnod , Torgnon , presepi dei mie momenti estivi, abbeveratoi con le mucche e le caprette attorno, il sorriso dei miei bimbi allegri con negli occhi ancor riflesso il blu di un laghetto alpino con dentro un cono di gelato rovesciato. I giorni sono pochi, scendiamo giù, un saluto in fondo a Saint Vincent con lo sguardo su per non veder il cappello dell’afa posato sulle 23 !!!
un tuono assordante, un ticchettio lieve . Con tristezza guardare la borsa del mare. Il ticchettio più forte, l’odor della terra bagnata sale. Uno sguardo verso il mare, ancor fermo e scuro , a specchiarsi son solo i lampi. Sulla spiaggia , gli ombrelloni a far comunella con le sdraie poi a far la doccia . l gerani sul terrazzo già abbandonati alle carezze della pioggia. Tutti son contenti, perfino i passerotti fanno il bagno nella pozzanghera appena nata. Ed io ? Piove , peccato !! Il mio raggio di sole oggi chi lo ha avuto ? Recupererò domani !!!!
Girasoli con il costume giallo, il capo girato verso est per marcar l’abbronzatura. Voli di rondini a sfiorar la terra per cercar gli insetti da portar ai nidi . Cardellini dal volo goffo, mostrando il rosso della testa ed il giallo delle ali , fischiettando se ne vanno. Aironi bianchi allungando il collo, aprendo l’ala salutan le compagne. Camminando per il fossato a cercar le more profumate di rovo , un gorgo d’acqua ti ritrovi, pieno di vita, lì si son nascosti i pesci in attesa della piena, lì van tutti a dissetarsi anche il volpacchiotto che scodinzolando nella sua tana fresca se ne va. Gli alberi fan capanno a protegger il regno del fossato, dove chissà folletti e maghi nelle notti calde danzano , cantano in onor della natura, profumato dalla menta, dal timo e rosmarino dove i fiori fan la corte alle api , mentre le farfalle innamorate salgono su a salutare il sole.
guardare il mare e non capire chi si specchia, il mare nel cielo o il cielo nel mare, anche l’orizzonte ha scordato la sua matita. le prime nonne a passeggiar coi nipotini ancora assonnati nel silenzio del mattino. una batana di ritorno bacia dolcemente l’acqua, piano, senza far rumore, tutto fermo , tutto piatto, al mare ha tolto già le onde. La donna del pescator scalza sulla sabbia col secchio in mano ad aspettar ansiosa il frutto custodito nella rete. L’afa ha iniziato la sua danza, dispettosa, posa il suo cappello sopra il monte da lì poco lontano , passa poi a controllar gli ombrelloni portando via la brezza. Anche lei , al fin della giornata col suo costume sudaticcio è ormai stanca , cerca la sua ombra , rosicchiando un po’ di cocco fresco , restituendo le onde al mare e un po’ di brezza per respirare.
quando nel mezzo della notte tutto è buio, il tuo viso all’improvviso si colora, come se un fascio di luce ti colpisse. È una tua luce, una luce profumata di gioia, Io ti guardo , in quei raggi di luce mi perdo, il tuo viso sempre sorridente, è bello. Gli occhi tuoi sembrano stelle mentre provi a sussurrare amore, poi, al mio vedere il fascio di luce pian piano scivola via, il tuo viso vola via in un attimo. Il chiarore del giorno appare. Odo il primo verso del merlo alla sua compagna, come se, in quel fascio di luce mattutino le dicesse ti amo.
della pubblicità giornaliera . Grida di bambini gioiosi echeggiano sotto gli ombrelloni. Le chiacchere delle comari sempre in prima fila a controllar l’ultimo arrivato scivolando fra le dita il filo del ricamo. C’è chi costruisce un castello di sabbia mettendo dentro il tempo ormai passato ed aspettar l’onda che cancella. Alzare gli occhi verso il cielo , sognar di volar sopra quell’aquilone tenuto dalla mano di un bambino e cercar di vedere da lassù il futuro. Il sole sempre alto cerca di aprirti il cuore, schizzi d’acqua salata ti accarezzano le gambe. Una giornata al mare, bella, per dimenticare il giorno dopo ancor prima di partire. Sotto i piedi sabbia calda, un castello inesistente , un aquilone senza più il suo volo, ombrelloni chiusi, le comari a far il resoconto col bagnino ed un bimbo che ti chiede: domani ritorniamo ? L'ultimo sguardo alla rotonda, bianca lì sul mare, illumuinata nella notte nuova , coccolata dalle sue onde , fa sognare. Seduti poi sul muretto all'ora del passeggio ed assaporar un cono di gelato, rispondi a malincuore al quel bambino, domani non torniamo, avrò sabbia nei miei occhi !!! ritorneremo !!!!!
Salendo poi dal mare verso su , per la strada della torre,
correndo sulla cresta della collina, s’apre un'immensa vista sul mare. A ritrovar quella grande casa contadina a me tanto cara , dove son nato , dove i miei primi giochi ho amato. Due tavolette di legno inchiodate facevan da trattore e una dietro a far da carro senza ruote. Di questi tempi poi tutti a far le strade, attorno ai campi di grano ormai biondo e far passar le falciatrici per la mietitura . Nell’aia nonni e bambini a pulir per mettere i covoni. Le mamme intente a svestire le oche, per il pranzo dopo il rito della trebbiatura. Nonna ricordo ancora ,attorno al forno a controllar le teglie e l’odor del ciambellone fresco m'attirava. Tempi ormai lontani, ora il grano in poco tempo già trebbiato. l’odore degli arrosti è ormai svanito, le trebbie son come giocattoli telecomandati. In quel posto ormai disabitato è ancor vivo il ricordo di un bambino da lì passato ,
dove i giochi di chiodi e tavolette ha lasciato.
Un abbraccio ed una buona notte,
caro amico tanti sogni, sogni belli,
che tu possa goderli fino al chiarore del giorno, ti rimangano impressi per sempre, i più belli sceglili tu , fanne tesoro. Chi sogna, chi ricorda un bel sogno ama, ama volare via, portando dentro di se tutto l'amore da donare agli altri. Nessuno mai ti romperà quel sogno Sarà sempre il tuo amare
Poi la luna piena si alzò,
da dietro al monte lentamente
per festeggiar insieme agli altri si fermò , sembrava danzar sulle note cantate da quel ragazzo innamorato, che poco prima, regalò il suo si alla sua bella. Nella notte, come una fata di bianco vestita , lei muovendo i piedi nudi a fianco del suo sposo in una danza colorata si buttò. Vestiti scintillanti attorno ai due , applausi di amici e parenti volavano nell’aria insieme ad un tintinnio cristallino, per il brindisi ed augurar loro felicità immensa. La luna ormai alta salutò, con una carezza d’oro, strizzando l’occhio , soffiando un bacio ai due ragazzi e se ne andò specchiandosi ormai sulle onde tremolanti del mare.
Il sole a colorar l’azzurro di quell’angelo che vuol cambiare Il mondo lì nel borgo, gerani a dar vita agli angoli di pietra più nascosti, la casetta disegnata a ricordar l’oggi, dall’altra parte lei che comanda per non scordar il passato. Maschere appese al muro per non far mancar il domani. Poi ancor su, passo dopo passo nella piazzetta sopra il bosco del Sasseto . Gente a far capanno per saper la storia attorno a colui che ha l’origine nel posto. La sera un saluto da lontano al borgo antico e a quella Torre Alfina che ci nasconde ancor il suo passato. Nella chiesetta una campana ai piedi dell’altare, senza ormai il suo gancio, ma ancor bella nel suo bronzo ricamato, mi fa pensar al pellegrino di lì passato in cerca del suo credere amato.
Elvio Angeletti 12/06/2011 A ricordo del giorno trascorso nel Vostro borgo, un angolo incantato d’Italia che ho avuto l’onore di visitare con il mio amico Pietretti Antonino.
quasi un graffio nell’azzurro intenso.
Scendendo giù nel bel mezzo del bosco
sentieri freschi d’ombra ti corrono attorno
lasciando il profumo dell’alloro
All’improvviso tra canne e fiori d’acqua del laghetto,
le paperelle ancor dondolanti rincorrono le loro mamme.
Alla fine dei sentieri poi il forte e ancor
dopo la spiaggia ,che si apre come un ventaglio
sotto il monte agli occhi di chi ammira.
Gruppi di ragazzi al fianco della torre,
come in una cartolina estiva,
assaporano sdraiati il sole di giugno appena nato.
Come foglie spinte dal vento I pensieri dei miei trascorsi si allontanano . Come pietre aggrappate alle montagne I miei desideri più veri rimangono. Come un fiore baciato dal sole il mio cuore si apre a nuovi volti. Se io fossi come il vento accarezzerei le foglie, soffierei sulle montagne , in una lieve brezza mi trasformerei , bacerei quel nuovo fiore e come un vortice rincorrerei il mio amore, cercherei nel mezzo della gente quei volti nuovi, colmi dei loro sorrisi , che hanno accarezzato quel fiore per entrare nel mio cuore. Come un soffio di vento ti sfiorerei le ciglia, poi salirei verso le cime dei pioppi alti a giocar con le foglie fresche ancor senza pensieri.
Il candor del tuo collo m’attrae, la tua bocca sulla mia. Due corpi in uno, uniti nel rito dell’amore. Un sonoro leggero ci accompagna sulle lenzuola fresche e profumate. L’andirivieni del corridoio non disturba l’amore dei giovani amanti. Non si annebbia l’amore, sorge il sole, in quella camera d’albergo
Accarezzando, nel pomeriggio i dolci ricami del miei posti, immensi campi di grano ondeggianti mi scivolano attorno come mari verdi, che il vento leggero spinge lentamente, con ancor le spighe fresche ad aspettar il bacio del sole per cambiar colore. Vigneti enormi con a capo dei filari una rosa per dir guardami. Paesini antichi a mattoncini fan pensare ai grandi amori dei tempi ormai andati , vissuti dentro le mura fredde ed erte dei castelli. Mi dan pace i miei ricami ! Poi scendendo verso est ,il mare. il dolce incanto del mio mare azzurro, dove pescatori maestri d’acqua e di reti spingono con i remi le batane , pesanti , legnose , per poi goder la pesca.